Una figura forse poco conosciuta, ma meritevole di essere approfondita. Studiata, diremmo. Il suo è un esempio di cui si è sempre sentito il bisogno, in questo periodo più che mai. Così l’avvocato Nicky Persico ha definito Giorgio Ambrosoli, il legale milanese, che nel luglio del 1979 ha pagato con la vita il suo senso dello Stato, oltre che di responsabilità nei confronti della collettività. In una escalation di ricatti e minacce, denunce e intimidazioni, Ambrosoli ha assolto fino all’ultimo il suo compito di commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindòna, il finanziere siciliano dall’operato oscuro. A 30 anni di distanza il figlio Umberto ha deciso di scrivere il libro “Qualunque cosa succeda”, edito da Sironi, con un intento preciso….”Perchè – dice Umberto Ambrosoli – cambiano i nomi, ma la situazione è la stessa. Con questo libro ho voluto far riflettere la gente, soprattutto i giovani, che il sistema, inteso come modo di intendere l’economia, la politica, la finanza, è lo stesso di allora.” La prefazione del libro, che ha vinto il Premio Terzani 2010 con oltre 60mila copie vendute, è firmata da Carlo Azeglio Ciampi. Il volume è stato presentato a Mola di Bari nell’ambito degli incontri organizzati dal Presidio del libro locale e dal Culture Club Cafè. Sul tema di quest’anno, “Le parole e l’azione”, Umberto Ambrosoli ha ricostruito la vicenda di suo padre attraverso la sua agenda personale, le carte processuali, alcuni filmati Rai e partendo dalle parole che il padre scrisse in una lettera alla madre “Qualunque cosa succeda”, parole che hanno dato il titolo al libro.
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